domenica 24 marzo 2013

Giuseppe Garibaldi a Mili Marina

È possibile che Giuseppe Garibaldi sia stato ospite del paese di Mili Marina? Con buona probabilità si, anche se non esistono riferimenti scritti ma soltanto alcune storie tramandate verbalmente di cui sono venuto a conoscenza.

Giuseppe Garibaldi, 1866
La marinota Concettina Munagò narrava spesso che la propria madre le raccontava un episodio che vedeva Giuseppe Garibaldi ospite presso una casa di Mili Marina. Il racconto le era stato tramandato a sua volta dalla bisnonna che probabilmente è stata testimone della vicenda.

La sig.ra Concettina da qualche anno non è più tra noi ma sono sicuro che in molti la ricorderanno, soprattutto a Mili Marina. Appartenente ad una famiglia numerosa, tre sorelle e due fratelli, è stata dirimpettaia della casa dei miei genitori per diversi anni, prima di trasferirsi nuovamente a Mili Marina, suo paese natale. Ricordo che lei e una sua sorella che le faceva visita più volte hanno raccontato di questo episodio e in questo articolo cercherò di verificarne l'attendibilità.

Garibaldi ha visitato la città di Messina per ben due volte: nel 1860 e nel 1882, anno della sua morte avvenuta il 2 Giugno.

Cominciamo proprio da quest'ultima visita: il settantaquattrenne Generale giunse a Messina la mattina del 27 Marzo 1882 con il vapore Marco Polo; con lui erano la moglie Francesca Armosino, i figli Menotti, Manlio e Clelia, Achille Fazzari e alcuni suoi fedelissimi. I siciliani stavano per celebrare il VI centenario dei Vespri e per l'occasione, Garibaldi, era stato invitato a Palermo.

I messinesi accorsero festosi per acclamarlo, ma vedendolo ammutolirono. Garibaldi ormai era l'ombra di sé. Venne portato all'albergo Belle Vue, nella Palazzata, per un breve riposo. Nessuna visita, nessun ricevimento, niente feste, niente discorsi. Il giorno stesso, prima di proseguire il suo tragitto, rivolse un’affettuosa lettera di commiato diretta «ai miei cari e fedeli Messinesi», che venne riportata per intero dalla Gazzetta di Messina del 28 Marzo.

Palazzata e statua del Nettuno prima del terremoto del 1908
Questa ipotesi è quindi da escludere. Andiamo ad analizzare quella più famosa avvenuta il 27 Luglio del 1860, dopo la caduta di Milazzo.

I libri di storia ci dicono che Garibaldi entrò a Messina, il 27 Luglio 1860, in un caldo e afoso pomeriggio estivo, e ci confermano la sua presenza in città almeno fino al 2 Agosto quando Giuseppe Garibaldi decide d'incontrarsi con l'ufficiale borbonico Tommaso Clary. Verosimilmente si è soffermato in città almeno fino al 12 Agosto giorno in cui Garibaldi s'imbarca per raggiungere la Sardegna, al fine di sbloccare una situazione con le autorità piemontesi e far partire nuovi volontari per la Sicilia.

In queste giornate di permanenza nella città dello stretto, con buona probabilità, ha visitato molti luoghi «strategici» di Messina e Mili Marina, in quegli anni, era un «luogo strategico» essendo divenuto un importante meta di villeggiatura per le facoltose famiglie della borghesia mercantile, che proprio nel piccolo paese avevano deciso di costruire le loro ville.

Peraltro, a quel tempo, nel villaggio sembra che vivesse un Tagliavia, parente del più famoso Pietro Tagliavia, armatore palermitano e azionista maggioritario della società di navigazione La Trinacria. I discendenti diretti di quel Tagliavia oggi sono i Caminiti, gestori della locale farmacia, ed è proprio da una discussione fortuita con Rossella Caminiti e con Francesco Garufi che sono venuto a conoscenza di questo raccordo con il loro «celebre» antenato, che non ha fatto altro che rafforzare e confermare questa tesi.

Ad avvalorare il tutto esisterebbero delle lettere autografe di Garibalidi indirizzate alla famiglia Tagliavia, che in passato sono state donate al ex-presidente del senato Giovanni Spadolini e di cui non si sa più nulla. Immagino siano andate ad arrichire l'archivio documentario della Fondazione Spadolini Nuova Antologia ma anche su questo bisognerebbe indagare opportunamente.

Giovanni Spadolini con parte della sua collezione.
Come dicevo, Pietro Tagliavia, era un amatore palermitano che nel 1869 darà vita a La Trinacria una società di navigazione famosissima al tempo, dotata di una flotta mercantile moderna e «preziosa» per tonnellaggio e qualità del naviglio che, in seguito, la famiglia Florio acquisterà per buona parte.

Di umili natali, Pietro, si era inizialmente dedicato all'attività del padre (Federico) che curava l'approvvigionamento delle navi che facevano scalo a Palermo. Si trasferì in Inghilterra, per un lungo periodo dove perfezionò la conoscenza della lingua e soprattutto si aprì a nuovi orizzonti. Al ritorno in patria, avviò un'attività di noleggio marittimo, assumendo la rappresentanza di alcune compagnie straniere, i cui vapori all'ancora nel porto di Palermo approvvigionarono di armi gli insorti del 1860, tra i quali il fratello Giuseppe, caduto affrontando le truppe borboniche nelle campagne di Monreale, qualche giorno prima dell'ingresso in città di Garibaldi. E a Garibaldi, che gliene sarà sempre grato, Pietro donò 2000 fucili Remington acquistati in Inghilterra, a dimostrazione di una partecipazione alle vicende risorgimentali forte e sentita.

Storia dei Florio, 2007 I Florio, 2008
Onestamente non sapremo mai le reali motivazioni che hanno spinto Garibaldi a visitare Mili Marina, ma è verosimile che sia venuto nel villaggio per incontrare la famiglia Tagliavia, a riconoscenza della gradita donazione di armi e, chissà, forse per incontrate lo stesso Pietro qualche mese dopo l'insurrezione di Palermo datata 30 maggio 1860.

Pare pure che nella medesima occasione Garibaldi abbia donato un fucile ad un abitante delle zona e che, tutt'oggi, questo cimelio sia custodito dai discendenti diretti, qualcuno ha detto in Galati Marina, ma anche in questo caso non ho avuto elementi sufficienti per approfondire.

L'edificio in cui avvenne questo incontro non è dato saperlo. Forse potrebbe essere uno di quelli in foto, o meglio ciò che c'era al loro posto nell'estate del 1860, ma vi prego di considerarla solo un ipotesi forzata ed immaginaria. In realtà le uniche costruzioni nella zona di cui si ha un riscontro storico sono l'antica chiesetta dedicata al San Paolino, risalente al 1600, e il palazzo d'Alcontres, costruito alla fine dell'ottocento (a Mili Moleti).

Via Nazionale, Mili Marina
Concludendo. Quest'analisi mi porta a ritenere che la storia tramandata dalla sig.ra Concetta sia un storia vera, sconosciuta ma autentica, che va a costituire un nuovo ed importante tassello del passato dei nostri villaggi. Sarebbe stato bello conoscere esattamente dove avvenne quell'incontro, magari per ricordarlo a futura memoria con una targa commemorativa, ma anche senza questo elemento rimane, a mio avviso, un fatto interessante.

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