domenica 23 settembre 2012

Amore e arretratezza a Mili San Marco

In passato, nel paese di Mili San Marco, erano in voga delle usanze, figlie di un'arretratezza culturale diffusa, che interessavano sia le coppie che decidevano di convivere sia le ragazze in età di matrimonio.

Balcone con tapparelle chiuse
Nei primi anni del dopo guerra se una donna o una vedova si accompagnava con un uomo al di fuori dei sacramenti cristiani, la gente del paese venutolo a sapere, si radunava sotto la casa degli innamorati e per tutta la notte, faceva un gran baccano con urla, fischi, coperchi di pentole, ecc. Tutto questo per contestare ed evidenziare l'«illegale» posizione della coppia di innamorati, a cui non restava altra scelta che barricarsi dentro casa.

Una scena surreale e di cattivissimo gusto che riporta alla mente l'episodio pirandelliano de La Giara, in cui Zi' Dima rimasto intrappolato dentro il grosso recipiente è costretto a sorbirsi per tutta la notte i balli e i canti che i paesani facevano intorno alla giara stessa. Ma nel racconto di Pirandello il contesto era totalmente diverso e la festa era stata organizzata proprio dallo stesso Zi' Dama per far innervosire Don Lolò Zirafa.

Fortunatamente queste esibizioni milesi ebbero fine una cinquantina d'anni fa quando i paesani, per non fare uno «sgarbo» ad un medico condotto del tempo, misero fine a questa pratica rozza e incivile, definitivamente.

Franco Franchi, Ciccio Ingrassia ne La Giara
C'era poi l'usanza della fuitina, di cui ho personalmente traccia fino al 1990 ma che probabilmente potrebbe contemplare anche casi più recenti che mi sfuggono. La fuitina identificava l'allontanamento di una coppia di giovani aspiranti coniugi dai rispettivi nuclei familiari di appartenenza, allo scopo di rendere esplicita (o meglio far presumere) l'avvenuta consumazione di un atto sessuale completo in modo da porre le famiglie di fronte al «fatto compiuto» e inducendole a concedere il consenso per le nozze dei fuggitivi.

Da premettere che la «fuga d'amore» non era un'usanza esclusiva di Mili ma era in voga in tutto il meridione, specialmente in Sicilia e Calabria.

La fuitina, come dicevo, era frequente tra giovani innamorati che sceglievano la via più breve per accelerare i tempi della loro unione. Raramente si sceglieva la fuiùta tra giovani appartenenti a famiglie della borghesia, cosa che invece avveniva con più frequenza tra giovani dei ceti più bassi. Spesso poi questa pratica era progettata e messa in atto con l’approvazione delle famiglie, quando le condizioni economiche non consentivano di affrontare le spese per lo sposalizio in Chiesa, e il rinfresco da offrire agli invitati.

Purtroppo, allora, c’erano famiglie molto povere che non avevano soldi né per il corredo né per lo sposalizio. Dovendo, tuttavia, anche loro mettere su famiglia, adottavano il sistema economico e sbrigativo della fuitina, con i due innamorati che scappavano di nascosto (si fa per dire) dei genitori. A fatto compiuto, dopo alcuni giorni trascorsi in un casolare o in casa di parenti od amici consenzienti, doveva seguire immancabilmente il matrimonio riparatore, senza festa alcuna. Entravano infatti in gioco questioni legate principalmente all’onore della donna, che non poteva più rientrare nella famiglia d’origine una volta che aveva perso il suo stato di purezza originario.

Alla fuitina romantica, di chi vedeva il loro amore ostacolato dalle famiglie, se ne contrapponeva una forma barbara e di rilievo penale.

Qualche volta la ragazza non era consenziente e allora le cose si complicavano non poco. Lo spasimante, non potendo ottenere per vie usuali la mano di una ragazza, la sequestrava con l’aiuto di altri complici e la violentava. A questo punto la giovane non poteva più rifiutare il matrimonio riparatore col suo stupratore poiché, non essendo più illibata, nessuno l’avrebbe più cercata e voluta.

La moglie più bella, 1969
Il rapitore poteva essere denunciato e subire anche una pesante condanna penale, ma si preferiva sempre cancellare tutto con il solito matrimonio riparatore.

All'epoca, la legislazione italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale qualora fosse stato seguito dal cosiddetto «matrimonio riparatore», contratto tra l'accusato e la persona offesa. La violenza sessuale era considerata oltraggio alla morale e non reato contro la persona. Abrogato l’art. 544, la nuova legge n. 442 del 05/08/1981, ha abolito la possibilità di cancellare con il matrimonio una violenza sessuale.

Se questa forma brutale di fuitina oggi appartiene alle pagine più scure del nostro passato il merito va all'alcamese Franca Viola, che si oppose alle consuetudini del tempo, non accettò il matrimonio riparatore e fece arrestare il suo rapitore diventando un personaggio simbolo della libertà e dell'emancipazione femminile.

Il film La moglie più bella, con Ornella Muti, si ispira vagamente alla storia di questa ragazza (anche sei nei titoli di testa si nega ogni riferimento a fatti reali) e offre uno spaccato di vita siciliana degli anni '60 considerevole e importante.

RINGRAZIAMENTI: ringrazio Natale Parisi per il contributo dato a questo articolo, in particolar modo alla prima parte dello stesso («le esibizioni dei miloti») e al raccordo con il simpatico episodio de La Giara di Luigi Pirandello.

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